In questi giorni prendersela con la ministra dell’Istruzione e con la Scuola sembra essere diventato lo sport preferito di un Paese che è ossessionato dall’idea di dover trovare un capro espiatorio per guai antichi.
Una raccolta degli articoli scritti dallo staff di Vision.
In questi giorni prendersela con la ministra dell’Istruzione e con la Scuola sembra essere diventato lo sport preferito di un Paese che è ossessionato dall’idea di dover trovare un capro espiatorio per guai antichi.
Siamo come sospesi. Nell’estate più calda e strana che gli italiani abbiano mai vissuto.
Può un Paese sopravvivere senza una élite? Senza una vera classe dirigente capace di interpretarne i bisogni e concepire una strategia nella quale riconoscersi?
Sono i numeri che – a volte, con fredda precisione – descrivono meglio di tanti racconti, le colpe di intere generazioni di intellettuali e di politici.
Fino a che livello si può indebitare uno Stato costretto a proteggere cittadini e imprese rimaste senza lavoro, prima di rischiare il fallimento e di trascinarvi un’intera economia?
Ci sono due numeri che danno il senso della sfida che l’Italia (e l’Europa) si giocano nei prossimi mesi.
“Sono due le sfide alle quali è legata la possibilità stessa di uscire dalla depressione: recovery e riforme...Ci salveremo solo se riusciremo a trovare i tempi giusti per perseguire entrambe le imprese”
«La libertà di una persona deve essere limitata solo da regole che valgano per tutti compreso il governo. Un uomo non può essere esposto alla volontà incerta, instabile, non conoscibile, arbitraria di un altro uomo».
Trastevere è il cuore di una città talmente eterna dall’aver dato il suo nome a ben due imperi che sono sopravvissuti per millequattrocento anni alla fine di quello di cui era stata Capitale.