Il Mediterraneo, questo continente sconosciuto.

Il Mediterraneo come continente.

 

Articolo di Emanuele Gentile

Le vicende degli immigrati che sbarcano in Italia hanno fatto esplodere le contraddizioni di un processo unitario di fatto già fallito. Non sembriamo essere in nessun modo attori di quel grande sogno chiamato Europa unita. Su questo punto dovremmo tutti allarmarci visto la montante richiesta di fondare da più parti tante “piccole patrie” a secondo degli interessi di gruppi o etnie varie. “Piccole patrie” che si basano sul principio del noi “si” e del loro “no”.

Tuttavia, questa drammatica problematica è una delle risultanze di una lunga vicenda di straordinaria e fondamentale importanza storica. La confluenza fra Europa, Asia e Africa ha originato nel corso dei millenni una civiltà del tutto particolare. Una civiltà denominata “Civiltà del Mar Mediterraneo”. Una civiltà a sé in quanto provvista di caratteri ben definiti e identificabili. Allo stesso tempo, il Mediterraneo ha influenzato e formato il codice genetico delle civiltà che sono via via sorte nei succitati tre continenti.

Anzi – a dire il vero – il Mediterraneo è l’unico mare della Terra che ha tutti i crismi per essere definito continente. Un continente è un concetto di geografia e storia che nulla ha a che vedere con il termine “terra”. Un continente può avere come elemento fondante essenziale anche l’acqua e non la terra ferma.

E se in realtà tutti i problemi fra i tre continenti “terrestri” (Europa, Asia e Africa) nascessero dal fatto di non riconoscere l’esistenza di un continente “acquatico” ossia il Mediterraneo? La geografia e la storia dalle nostre parti sono il prodotto di una singolare interazione fra tre continenti “conosciuti” ed uno “non conosciuto”.

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Ammettere tale verità storica, finalmente, permetterebbe a noi abitanti di codesta parte del globo di poter intraprendere la via della risoluzione di ataviche criticità divenute con il tempo croniche. Basta rileggersi gli studi di Braudel e Le Goff per rinvenire il bandolo della matassa. Tutto nasce dalla fondazione dell’Impero Romano. Esso si origina come un prodotto geopolitico del Mediterraneo visto che esclude quasi tutta l’Europa dal suo spazio vitale. E’ dall’Impero Romano che è in atto la frattura Europa/Mediterraneo.

Il fallimento dell’Unione Europea nasce – è bene rimarcarlo – da una visione “eurocentrica” escludente il Mediterraneo. Un continente di cui nessuno vuole ammettere l’esistenza. Eppure noi europei viviamo un angoscioso presente proprio perché abbiamo rimosso dalla nostra narrazione e interiorità il termine “Mediterraneo”.

Ritornando sempre al Le Goff veniamo a sapere che il confine sud dell’Europa è da identificarsi nell’Africa Maghrebina (di cui non fa però parte l’Egitto e il Sudan appartenenti al c.d. “Mashreq”). Quell’Africa Maghrebina che costituisce un “vulnus” piuttosto inquietante poiché zona di confine/i e di conflitti. In breve, un’area problematica e debole. Lo sarà ancora di più se la successione di Bouteflika in Algeria dovesse rivelarsi più complessa di quanto fin da oggi già si prevede.

La risoluzione dei problemi europei – fra questi quello dell’immigrazione – è, in tutta evidenza, un’operazione in primis culturale e solo in seguito politica e diplomatica. Ditemi a cosa servono la politica e la diplomazia se latita una forte ed energica base culturale? Base culturale lacunosa alquanto nell’attuale dibattito politico sia in Italia che in Europa dove primeggia la narrazione di “pancia” e “a dividere”, ma non quella razionale e di assieme.

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